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Sui sentieri della libertà

Autore: Amministratore.
Data prima pubblicazione: Lunedì, 01 Giugno 2015, Ore: 10:50:50
Data ultima modifica: Lunedì, 01 Giugno 2015, Ore: 10:50:50
Descrizione:
Locandina evento
L'Isral inaugura martedì 24 aprile 2007 alle 11.00, a Palazzo Guasco - Via Guasco 49 Alessandria - la mostra “Sui sentieri della libertà ”.

La mostra rimarrà in esposizione dal 24 aprile 2007 al 6 maggio 2007 con il seguente orario di apertura al pubblico:

tutti i giorni dalle 16.00 alle 19.00
Chiuso il lunedì.
Il 25 aprile apertura anche dalle 10.00 alle 12.00
Ingresso libero

In collaborazione con “Italia Nostra” sezione di Alessandria
Il progetto “La memoria delle Alpi” intende studiare, rappresentare e trasmettere, in particolare alle giovani generazioni, la memoria collettiva riferita al territorio delle Alpi fra Italia, Francia e Svizzera, nella sua dimensione transfrontaliera.
É stato sviluppato il concetto di memoria di una particolare area geografica nelle sue diverse declinazioni: memoria fisica del territorio stesso (la sua storia naturale, la sua morfologia, ecc.), memoria dell’insediamento umano con le sue opere più durature e gli effetti del lavoro sull’ambiente ed il paesaggio, memoria storica di determinati periodi ed eventi che hanno lasciato un segno più profondo, sia nel ricordo delle popolazioni di quei luoghi, sia nel più vasto immaginario collettivo.

Nella prima fase, che si sta concludendo, il progetto si è articolato in due sezioni principali, riferite rispettivamente alla dimensione storica ed alla dimensione storico/etnografica.
La sezione storica della rete museale – intitolata “I sentieri della Libertà” – è dedicata al periodo 1938-1945, caratterizzato dalla persecuzione antiebraica, dalla Seconda guerra mondiale e dalla Resistenza, e per questo denso di memorie di grande valore morale e educativo ed in grado di trasmettere un forte messaggio di identità: le Alpi da territorio di frontiera e di guerra a luogo di salvezza e di solidarietà, terreno di lotta comune per la dignità dell’uomo e per la libertà, da confine di divisioni e conflitti fra popoli “nemici”, o presunti tali, a riferimento e simbolo della nuova unità europea.

La sezione storico/etnografica è incentrata sulla costituzione di Centri di documentazione sulla cultura materiale nelle aree alpine, a supporto dei musei etnografici e di realtà analoghe diffuse nel territori interessati. Tali centri devono fornire le necessarie basi scientifiche alle realtà locali, diventare punti di riferimento per il censimento, la catalogazione, la conservazione e l’esposizione dei beni materiali ed immateriali collegati alla storia ed alla tradizione locale, nonché per la formazione del personale coinvolto. In generale, il progetto intende quindi rispondere a una delle sfide poste dal processo d’integrazione europea, proponendo le aree transfrontaliere delle regioni alpine quale laboratorio per un nuovo rapporto con la storia del XX secolo.

I traumi connessi alle tragedie vissute dalle popolazioni europee, nel secolo dei totalitarismi, delle guerre mondiali, dei genocidi, hanno lasciato un’eredità di memorie divise, che sopravvivono malgrado il trascorrere delle generazioni. Ferite non ancora cancellate presso alcuni, oblio o indifferenza presso altri, minacciano di prolungare la stasi di un “passato che non passa”. I segni che rinviano a quelle vicende, a loro volta, rischiano di diventare luoghi di una memoria congelata da una parte, tracce destinate a sparire dall’altra.

L’appartenenza ad un nuovo contesto più ampio, non più solo nazionale, non può coesistere né con il preconcetto, né con l’ignoranza. Appare invece necessario che la formazione di una coscienza europea si fondi sulla conoscenza di ciò che ha diviso, ma anche di ciò che ha unito i popoli, sollecitando l’attenzione alla storia delle comunità, il confronto con lo sguardo degli altri, l’incontro.

Il progetto nasce dall’intesa di Istituzioni territoriali e culturali delle regioni transfrontaliere di tre Paesi – Francia, Italia, Svizzera – che propongono di considerare le Alpi, dal Mar Ligure al Cantone Ticino, come un unico, vasto “museo diffuso” nel cuore dell’Europa, disseminato di segni di una storia millenaria, da cui risalta il carattere peculiare di questo territorio: crocevia di incontri, scambi, partenze e ritorni di emigranti, ma anche centro di culture diverse, luogo di accoglienza e rifugio, talora anche di guerra e di morte. Una frontiera “mobile”, come è stata definita, sempre permeabile ai passaggi di uomini e di idee, ma in grado di salvaguardare spazi di culture autoctone, non dipendenti dai confini politici e militari ridisegnati nel corso dei secoli.

Considerata in questo contesto assai ampio e in una dimensione di lungo periodo, la storia del periodo 1938 (emanazione delle leggi razziali in Italia) - 1945 (fine della Seconda guerra mondiale) mette in evidenza quanto abbiano inciso la geografia stessa e la cultura delle regioni alpine in rapporto alle persecuzioni politiche e razziali, alle vicende belliche, ai movimenti di resistenza militare e intellettuale.

La partecipazione al progetto di Paesi che in tali vicende ebbero ruoli diversissimi – di aggressore (l’Italia), aggredito (la Francia), neutrale, ma non senza un forte coinvolgimento per l’imponente richiesta d’asilo (la Svizzera) – consente un approccio comparativo di grande portata, che mette in luce differenti punti di vista storiografici e museografici, con grandi potenzialità di apertura concettuale e di scambio di esperienze.
Il progetto si propone di sviluppare la ricerca, la produzione editoriale (Portale Internet, CD-Rom, cataloghi e opuscoli), le attività espositive e didattiche su tre assi interpretativi principali:

– Le Alpi come luogo di culture e di circolazione delle idee;
– Le Alpi come frontiera;
– Le Alpi come luogo di rifugio.

Nella realtà della nostra provincia sono stati definiti tre territori di riferimento nei quali sono stati identificati e sono in via di essere attrezzati quasi una ventina di “sentieri della libertà”.

Essi si diramano attorno a tre aree geografiche: la valle dell’Erro attorno al comune di Ponzone con diramazioni verso Bandita ed Olbicella; la val Lemme nella zona della Benedica e le valli Curone, Borbera e Spinti.
Si tratta, come ognuno vede, dei luoghi in cui si sono svolti fatti tra i più rilevanti della vicenda resistenziale della nostra provincia.

In accordo con le istituzioni locali e con la collaborazione di gruppi di lavoro costituiti da partigiani, studiosi, testimoni locali delle vicende belliche, si è sviluppato un operoso lavoro di raccolta di testimonianze (che verranno pubblicate in forma cartacea o sulla rete mediatica), si sono prodotti DVD e CD raccogliendo materiali originali e riutilizzando materiali già esistenti ma fuori dei canali dell’utilizzo da parte di studiosi o di lettori interessati; si sono infine definiti i sentieri per i quali è stato approntato un apparato di fruizione costituito da cartelli di carattere storico e turistico che accompagneranno i percorritori lungo le decine di chilometri di passeggiate, che potranno anche fruire di depliant corredati di cartine e di sommarie ricostruzioni storico-antropologiche.

Nei comuni identificati come i referenti del progetto per le tre valli, ed esattamente i comuni di Ponzone, Bosio e Cantalupo Ligure, sono in via di ultimazione, a cura dei comuni e delle comunità montane, tre “centri di documentazione”. Questi centri hanno il fine di favorire gli studi e gli scambi di informazioni, dare visibilità e rendere fruibile dal maggior numero di persone il grande patrimonio culturale conservato in queste regioni, un materiale sparso su un territorio vasto e, data la sua conformazione fisica, non di facile e generale accessibilità.

I centri di documentazione dovranno costituire i punti di riferimento per le realtà locali sparse sul territorio, cui offrire assistenza tecnica e scientifica, sul versante degli studi delle tradizioni locali, dei loro legami con analoghe culture all’interno della stessa regione o in regioni finitime, della catalogazione degli oggetti, degli allestimenti museali, della formazione del personale.
I centri potranno altresì costituire i punti periferici di una rete informativa a diffusione sopranazionale, attraverso la quale sia resa possibile la visibilità del patrimonio – materiale e immateriale – raccolto nei singoli musei o nei centri stessi, la condivisione di metodologie, la formazione a distanza. Il compito dell’Istituto per la storia della resistenza e della società contemporanea in provincia di Alessandria è fornire supporto scientifico e organizzativo alle istituzioni locali.

Accanto a queste attività diffuse sul territorio il nostro istituto ha proceduto alla pubblicazione di opere di ricerca storica e alla riedizione di testi, storici o di narrativa, relativi alle vicende dei territori interessati. Alcuni dei testi già editi sono stati presentati ed altri lo saranno entro i termini di scadenza del progetto. Tra i primi ricordiamo i testi di Bruno Berellini, La morte di Michel, e di Giuseppe Ravazzi, I guerriglieri dell’Arzani, racconti frutto della rielaborazione delle esperienze partigiane dei due autori, già editi in passato ma ormai introvabili, accompagnati da una significativa introduzione di Giuseppe Grassano che ripercorre le vicende della letteratura resistenziale; ed ancora i volumi Benedica 1944. L’Evento la memoria (con allegato DVD) e, di Pier Paolo Rivello, Atti del processo a carico di Siegfrid Engel, editi in collaborazione con l’Associazione Memoria della Benedica. Tra i secondi L’eccidio della Benedica nelle testimonianze raccolte da Carlo De Menech, un’opera pregevole dalle ragguardevolissime dimensioni, frutto di anni di lavoro e ricerca, la riedizione del testo di Daniele Borioli e Roberto Botta, I giorni della montagna, ed inoltre raccolte di testimonianze relative alle vicende delle valli Borbera, Curone, Erro e Spigno, che saranno edite in forma di CD.

Accanto a queste attività si è proceduto, a partire dal 2006, alle iniziative per rendere didatticamente fruibili le realizzazioni sopra descritte. Entro la primavera sono stati effettuati un seminario di studi ed un convegno, e, a partire dall’inizio dell’anno scolastico 2006-2007, si terranno incontri con insegnanti e dirigenti scolastici della provincia per informare, accompagnare in visite guidate ai sentieri, organizzare gite di istruzioni degli studenti di ogni ordine e grado scolastico.

Il progetto, in questa sua prima fase, sta avviandosi alla sua conclusione. Esso ha consentito di dare impulso alle attività di ricerca storica, di trasmissione della memoria, di comunicazione e diffusione della stessa tra la popolazione, in primo luogo studentesca. Giacché il progetto, come pare, verrà ripreso ed ampliato per i prossimi anni sempre per impulso e finanziamento dell’Unione Europea, l’Istituto per la storia della resistenza e della società contemporanea in provincia di Alessandria darà certamente la sua disponibilità, accanto alle istituzioni locali, alla ripresa e all’ampliamento delle ricerche e dei lavori, che vedranno il coinvolgimento di altri territori della nostra provincia, raccogliendo le istanze delle comunità locali e restituendo ad esse la valorizzazione del loro passato, che è uno dei compiti fondamentali del nostro istituto, che da trent’anni ormai opera al servizio delle comunità e delle istituzioni.

Mauro Bonelli
Tratto dal Quaderno di Storia contemporanea n. 39/2006