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Maurizio Barbieri - La pietra bianca

Autore: Amministratore.
Data prima pubblicazione: Giovedì, 28 Maggio 2015, Ore: 15:10:45
Data ultima modifica: Giovedì, 28 Maggio 2015, Ore: 15:10:45
Descrizione:
Locandina evento
La Provincia di Alessandria inaugura venerdì 7 dicembre 2006 alle 18.00, a Palazzo Guasco - Via Guasco 49 Alessandria - la mostra di pittura "La pietra bianca" di Maurizio Barbieri a cura di Dino Molinari.

La mostra rimarrà in esposizione dall'8 dicembre 2006 al 7 gennaio 2007 con il seguente orario di apertura al pubblico:

tutti i giorni dalle 16.00 alle 20.00
Chiuso il lunedì.
Ingresso libero

Per prenotazioni gruppi e scuole tel. 0131 304030.
In collaborazione con “Italia Nostra” sezione di Alessandria
info: Provincia di Alessandria.
Segreteria di Presidenza Tel: 0131/304230
Assessorato alla Cultura 0131/304004 - 06
“La pietra bianca”. Questo titolo altamente evocativo (da una citazione di Anatole France) è stato individuato dal curatore della mostra Dino Molinari per sintetizzare metaforicamente la pittura di Maurizio Barbieri. “Lirico e scalzante, il titolo è assolutamente impegnativo perché ci obbliga a leggere la lezione di Molinari e a “leggere” le opere di Barbieri”, così ci “avvertono” i promotori della mostra: il Presidente e l’Assessore alla Cultura della Provincia di Alessandria. Nelle opere del pittore genovese, ma tortonese poi d’adozione, si trovano la solitudine, il silenzio, il vuoto d’atmosfera, di cui parla Molinari: vuoto che però non richiama soltanto il concetto della tradizione occidentale, legato ai concetti di assenza. Si tratta, e questo dipende dalla disponibilità emotiva di chi si pone davanti all’opera, di un vuoto che rappresenta l’infinito, lo scorrere della vita, quello che noi chiamiamo panta rei.
La pittura di Maurizio Barbieri è asciutta, secca, geometrizzante, di razionale poliedricità e compostezza: la realtà viene scrutata con la lente di una ostinata attenzione, fino ad arrivare ad un realismo anatomizzato. La realtà, prima di essere dipinta, viene analizzata: dopo una fase di ricerca l’artista attraverso la fotografia scruta la realtà, facendo diventare la stessa fotografia realtà da riprendere.
Nelle sue opere troviamo raramente la figura umana, eppure sentiamo incombere questo nostro uomo moderno, sentiamo noi stessi incombere . . . sentiamo il pittore incombere a nome nostro.
Barbieri, leva 1952, ha esordito come illustratore nel 1977 con una pubblicazione per

l’infanzia edita da Marzorati, che vinse, per l’immagine e i testi, il premio Bancarellino di Pontremoli dello stesso anno. Maurizio Barbieri ha cominciato a dipingere presto e, tardi, a fare del dipingere la sua non facile attività e di cercare in essa la sua identità.
Il percorso che storicamente va dal primo album di disegni alla personale del 1990, è stato idealmente un filo ininterrotto. Il rapporto tra i colori, i segni grafici e lo spazio, era quanto lo affascinava e a quello si dedicò senza però quasi mai abbandonare la figura. L’inevitabile procedere verso l’essenziale, lo portò a mettere in evidenza il segno grafico e le campiture di colore, laddove quest’ultimo è uniforme, attraverso l’uso dello smalto (materia visivamente compatta), suggerendo una figura lontana dalla sua rappresentazione consueta.
“L’anno in corso – dichiarano Paolo Filippi e Maria Rita Rossa, accennando anche ad un desiderio di intimismo condiviso molto probabilmente da tutto il pubblico “natalizio” – nella galleria Carlo Carrà si conclude, così come era iniziato con una personale di pittura. Volutamente la Provincia di Alessandria ha scelto di allontanarsi dalle mostre volte a narrare un evento o un tema, concentrandosi su questo bell’esempio di poetica artistica locale”.
Documenti
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