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Descrizione:

L’Assessorato alla Cultura della Provincia di Alessandria inaugura Venerdì 15 aprile 2005 alle 18.00, nella Galleria Carlo Carrà di Palazzo Guasco - Via Guasco 49 Alessandria - la mostra "Scrizioni irritate" a cura della cooperativa Sensibili alle foglie
La mostra rimarrà in esposizione dal 15 aprile 2005 al 15 maggio 2005 con il seguente orario di apertura al pubblico:
tutti i giorni dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19.30
Chiuso il lunedì mattina
Ingresso libero
in collaborazione con la sezione di Alessandria di ITALIA NOSTRA
Per informazioni: Provincia di Alessandria
Assessorato Cultura
Palazzo Guasco Via dei Guasco 49 - Alessandria
Tel. 0131/304006
Fax 0131/304028
Ufficio stampa Provincia di Alessandria: tel. 0131.304377-214- 376
Email: cultura@provincia.alessandria.it, uffstampa@provincia.alessandria.it
Per la seconda volta la Galleria d‘arte Provinciale, oggi Galleria Carlo Carrà, ospita una mostra sulle forme espressive del malessere e del disagio, testimonianza di autori appartenenti ad ambiti non necessariamente di esclusione, ma sicuramente protagonisti di esperienze di difficoltà sociale e personale.
Da anni “Sensibili alle foglie”, attraverso lo studio e la raccolta di queste esperienze, porta alla fruizione opere frutto di diversi stati di coscienza che, nati da un libero ed autonomo transfert, finiscono inevitabilmente e fortunatamente per appartenere, attraversandola eccezionalmente, alla sfera estetica e al linguaggio dell’arte visiva e figurativa.
Il malessere della normalità si annida in tutti noi, come ci ha insegnato la prima grande lezione psicanalitica, proprio a partire dalla quotidianità e dalla cosiddetta regolarità.
In questa sede si sintetizza la manifestazione figurale del fastidio psicologico (patologico o meno), appartenente a persone di contesti diversi: scuola, istituzioni totali, casa, lavoro . . .
Dallo scarabocchio al disegno, dal graffito alla composizione plastica, dai tag ai segni e ai graffi si svolge il racconto di un’autodenuncia psichica, affidata spesso inconsapevolmente al gesto grafico protesi di nuclei di sofferenza, rifiuto, disagio.
L’espressione libera di sé affidata al foglio, all’agenda, al muro, al più casuale e banale pezzo di carta, alla porta di un istituto si fa arte; quest’ultima soccorre e salva infinite congestioni emozionali, vettore di contenuti altrimenti implosi.
Anche l’arte ufficiale più consapevole è passata attraverso il gesto immediato e la libera associazione; la critica psicanalitica si nutre degli scritti e delle opere figurative; filosofia e politica si muovono sempre sui muri; la sublimazione, in quanto meccanismo di difesa, è ignorata . . .
Nessuna espressione artistica potrà mai realizzare la distanza tra sé e l’oggetto.
Daniele Borioli