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Giovanni Giolitti nella satira politica: la nascita dell'Italia odierna

Autore: Amministratore.
Data prima pubblicazione: Giovedì, 28 Maggio 2015, Ore: 13:09:25
Data ultima modifica: Giovedì, 28 Maggio 2015, Ore: 13:09:25
Descrizione:
Locandina evento
L'Assessorato alla Cultura della Provincia di Alessandria inaugura, presso la Galleria "Carlo Carrà" di Palazzo Guasco, Via Guasco, 49 Alessandria, giovedì 22 gennaio 2004, ore 17,30 la mostra “Giovanni Giolitti nella satira politica: la nascita dell’Italia odierna” che, presenta oltre duecento documenti dell’Età Giolittiana della quale ricorre il centenario (1903 -1915).

A caratterizzare la mostra è un’ampia, originale e interessante antologia di vignette satiriche sullo statista Giovanni Giolitti del quale si ricorda il 75.mo anniversario della scomparsa (1842 – 1928): dai più grandi autori di satira del tempo – quali Galantara, Teja, Dalsani, Scarpelli, Caramba, Golia, Sacchetti … - ad alcuni dei più noti autori contemporanei - Bruna, Origone, D’Alfonso, Allegra, Superbi, Sironi … - in un percorso sottolineato da giornali d’epoca, stampe, cartoline.

La scelta della satira quale chiave di lettura dell’opera di Giolitti, è stata particolarmente apprezzata dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, al quale l’iniziativa è stata presentata in occasione della cerimonia tenutasi il 18 settembre scorso nella “Sala Giolitti” della Provincia per rievocare la figura e l’opera del grande Statista: “La satira è figlia dell’intelligenza – ha commentato il Presidente – e l’intelligenza è un valore fondante della democrazia”.

Curata dall’esperto Dino Aloi con la supervisione storica di Aldo Alessandro Mola (autore di una biografia di Giolitti, “Lo statista della Nuova Italia”, edito dalla A. Mondadori), la mostra è organizzata dal “Centro Europeo Giovanni Giolitti per lo studio dello Stato” di Dronero.

Ricco e documentatissimo il catalogo (edito da Il Pennino di Torino) che si presenta quale prezioso volume di storia e costume che ripercorre anni cruciali per la nascita dello Stato moderno italiano con interventi di: Aldo Alessandro Mola, Adriano Icardi, Alberto Bersani, Dino Aloi, Gianni Rabbia, Bruno Bottai, Aldo G. Ricci, Antonio Forchino, Marco Albera e la riproduzione delle vignette esposte nella rassegna.

La mostra rimarrà in esposizione dal 22 gennaio al 1 febbraio 2004 con il seguente orario di apertura al pubblico:

tutti i giorni dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 15.30 alle 19.00
Ingresso libero

il lunedì mattina chiuso

in collaborazione con la sezione di Alessandria di ITALIA NOSTRA

Per informazioni: Provincia di Alessandria
Assessorato Cultura
Palazzo Guasco Via dei Guasco 49 - Alessandria
Tel. 0131/304006
Fax 0131/304028
Email: cultura@provincia.alessandria.it

Il giorno Giovedì 29 gennaio 2004 alle ore 9,30 presso la Sala conferenze di Palazzo Guasco si svolgerà un Convegno di studio per le scuole dal titolo

“L’Età Giolittiana nell’Alessandrino”

Saranno presenti i seguenti relatori:

Adriano Icardi Assessore alla Cultura della Provincia di Alessandria
Aldo Alessandro Mola Università di Milano
Guido Ratti Università di Alessandria
Giovanni Tesio Università di Vercelli

Durante il convegno verrà inoltre presentato il volume

GIOLITTI lo statista della Nuova Italia di Aldo Alessandro Mola
(Le Scie - Mondadori, 2003)

Un’ulteriore presentazione del testo verrà illustrata dall’autore alle ore 18,00 presso la Sala Polifunzionale della Libreria Mondadori - via Trotti, 58 - Alessandria

Ho accettato subito, e con grande piacere, l’invito rivoltomi dal Dottor Bersani, Presidente del Centro Giolitti per organizzare e curare una mostra di vignette storiche sulla figura del grande statista di Dronero.
Amo la satira e le vignette, in particolare questo tipo di mostre storiche in cui si riesce a ricostruire lo spaccato di un periodo attraverso il materiale pubblicato all’epoca.
Le vignette hanno una grande peculiarità, specie se sono realizzate nel contesto storico in cui si vive. Molto spesso i libri di storia ci consegnano figure politiche o di condottieri, filtrati dal tempo, rivisti cioè a distanza, con il tempo che può aver dato ragione o torto al personaggio preso in questione, e di conseguenza le decisioni che questi ha dovuto o voluto prendere hanno la conferma della storia. Le vignette al contrario sono disegnate da contemporanei del personaggio che hanno la stessa sua dimensione temporale e non possono far altro che avvalorare o contrastare gli avvenimenti che vedono il personaggio protagonista. Questo ci permette di vedere un lato più umano e meno distaccato dell’uomo, rivisitato dalle feroci matite dei satirici che lo usano come bersaglio o ne contestano, con ironia, le scelte politiche. Essendo contemporanei non si pongono il problema di cosa si dirà cento anni dopo, ma si limitano a vivere lo svolgersi dell’evento alla luce dello stesso.
Giovanni Giolitti, nello specifico, è stato preso di mira da tutti i satirici, sia da quelli di destra che da quelli del centro che da quelli di sinistra a dimostrazione che forse ha avuto davvero molti nemici politici, conducendo scelte a tutto campo che hanno via via scontentato necessariamente qualcuno.
Certo, la sua lunghissima carriera ha contribuito a far sì che le cose mutassero, così come le scelte politiche, ed ha altresì contribuito a far produrre, in un cinquantennio, un numero impressionante di vignette. Non sono certo di averle viste tutte, ma credo di aver potuto scegliere in una gamma di almeno 700 pezzi per poterne estrapolare circa duecento da mettere in mostra e nel volume. La difficoltà più grande che mi si è subito presentata è stata quella di un confronto. Nel 1966 infatti Enrico Gianeri, più noto come Gec, forse il più brillante storico della satira italiana (in verità, essendo pochi in Italia ad occuparsi di satira vanno citati tutti e sono: Adolfo Chiesa, Franco Bergamasco, Angelo Olivieri e Paola Pallottino), dedicò un intero volume a Giolitti ed alle sue caricature, raccogliendo oltre 400 tavole pubblicate. Il volume è abbastanza raro e qualche furbata era possibile, ovvero magari fotocopiare il materiale e riproporlo a distanza di 37 anni. Questo non sarebbe stato professionale.
Ho scelto una strada più tortuosa e complicata, ma di soddisfazione maggiore.
Utilizzando l’ottimo volume di Gec come base per il lavoro, sono andato alla ricerca di quanto Gec non aveva inserito, vuoi perché lo avesse scartato, vuoi perché non lo avesse visto.
Mi sono accorto a questo punto che il materiale che ne emergeva era davvero poderoso e poteva permettermi di svolgere una ricerca parallela che sarebbe sfociata in un percorso autonomo e se non esattamente alternativo, almeno in parte integrativo.
Sono così andato a scartabellare tutte le mie riviste originali, tutti i volumi di raccolta di vignette e di storia della satira ed ho chiesto aiuto a critici e collezionisti amici. In questo modo ho raccolto molto materiale poco conosciuto e dimenticato.
Sommando questo materiale a quello pubblicato da Gec - che in certi casi mi è venuto in soccorso con tavole tratte da riviste introvabili -, ed aggiungendolo a quello di altri libri satirici, ho così potuto proporre una cernita aiutato, per non commettere inesattezze, in modo impareggiabile dal Professor Mola, il più importante storico di Giovanni Giolitti che non a caso è anche il direttore del Centro.
Trovo anche molto significativo che il Centro abbia voluto celebrare il centenario dell’Età Giolittiana non solo con il prezioso materiale che ha negli archivi, ma soprattutto con una mostra di satira. La scelta è coraggiosa ma di sicura efficacia grazie all’impatto emotivo e potrebbe assumere anche un ruolo divulgativo per far amare ancora di più la storia.
Vista la durata del periodo analizzato, ho avuto modo di scegliere le vignette dei più importanti satirici dell’Ottocento e del Novecento, tratte dalle più importanti riviste del settore. Tutti quanti, inevitabilmente, hanno ritratto Giolitti. Nel volume passiamo dalle meravigliose tavole di Galantara a quelle di Stern, dalle pungenti vignette di Scalarini a quelle raffinate di Sacchetti, con un occhio particolare a Casimiro Teja che vedrà solo il primo Giolitti in quanto morirà nel 1897 e non avrà modo di poter realizzare qualche capolavoro sul periodo che celebriamo e che vide Giolitti stabilmente al potere, quasi come un “padrone d’Italia”, che comunque operò da statista, per il bene della Nazione e dei cittadini.
Di certo Giolitti è paragonabile solo a Cavour e Andreotti per l’immensa quantità di vignette dedicate e per la varietà di temi tratti che lo vedono protagonista.
Nel riprodurre i disegni ho cercato di mantenere, per quanto possibile, le scritte originali, anche per conservare la forma di stampa autentica. Questo potrebbe talvolta andare a lieve discapito della leggibilità.
Per completare questa selezione di tavole, ho chiesto ad alcuni autori di oggi un contributo attuale, anche per valutare cosa resta di Giolitti nell’inconscio collettivo.
Anche in questo caso ho ricevuto belle “sorprese”, scoprendo che i satirici conoscono bene la storia, a conferma che per conoscere e criticare l’oggi si deve anche conoscere il passato. In tutto questo non voglio sottovalutare la bellezza grafica delle opere esposte che meriterebbe un ampio discorso a parte in quanto è possibile vedere anche il mutamento stilistico che è avvenuto in questi centovent’anni. Mi limiterò a ricordare che non è cambiato l’impatto del disegno satirico e la forza che ha dentro pochi, ma ben assestati colpi di matita, a dimostrazione ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, che la satira è arte ma è anche e soprattutto cultura.

Giolitti “Lo statista della nuova Italia”, (Mondadori, Le Scie, nov. 2003) di Aldo A. Mola

Secondo un giudizio storico largamente condiviso, la cosidetta “età giolittiana” (1901-1914) è tra le più felici e progressive della nostra storia e il suo artefice, Giovanni Giolitti (1842-1928), è da considerarsi il massimo statista italiano dopo l’unificazione.

In questa importante e attesa biografia, frutto di quarant’anni di studi, Aldo A. Mola si sottrae alla tentazione di risolvere Giolitti nell'età cui dette il nome per consegnarci il ritratto vivo e complesso di un personaggio nuovo e diverso da quello che tanti di noi credono di conoscere.

Diplomato al magistero di Torino a quindici anni, laureato “in leggi” a diciannove, dopo un formidabile tirocinio tecnico a quarant’anni viene eletto deputato.

Ministro del tesoro dal 1889, è cinque volte presidente del consiglio tra il 1892 e il 1921.

Promuove riforme in tutti i campi, vara il diritto di voto universale maschile, realizza l’impresa in Libia e l’annessione di Rodi e del Dodecaneso. Ma nonostante i grandi successi in politica interna ed estera è spesso sul punto di lasciare Roma per ritirarsi a Cavour, in Piemonte.

Torna sempre all’opera “per senso dello stato”, mai per ambizione né tantomeno per interesse personale.

Perseguitato dai magistrati al servizio del potere, riconosce per sé un solo giudice: gli elettori.

Unico statista liberale pronto a fare un governo senza (e dunque “contro”) i fascisti, è tra i pochi a contrastare il Duce in aula: difende la libertà di stampa e si oppone a delegare al Gran Consiglio del fascismo la formazione della Camera.

Commette errori anche gravi, come quando nel 1919 tarda a comprendere che la proporzionale renderà ingovernabile il paese, lasciando campo libero a Mussolini.

Sulla base di una imponente documentazione inedita, Aldo A. Mola, uno tra i più importanti storici del Risorgimento, ripercorre l’intera vicenda umana e politica di Giovanni Giolitti in una narrazione ricca di prospettive nuove e spesso sorprendenti.

ALDO ALESSANDRO MOLA (Cuneo, 1943), già preside nei Licei (1977-98) e incaricato di Storia Contemporanea all’Università Statale di Milano, dal 1992 è contitolare della Cattedra “Théodore Verhaegen” dell’Università Libera di Bruxelles.

Direttore di collane di storia e collaboratore di quotidiani e riviste, dopo saggi sul partito d’azione, con prefazione di Ferruccio Parri (1967 e 1969), ha pubblicato, tra gli altri, Storia della Massoneria italiana dalle origini ai nostri giorni (Bompiani, 1992, giunto alla quinta edizione, 2003), Garibaldi vivo (Mazzotta, 1982), Giellisti (Edizioni Banca Regionale Europea, 1997, 3 voll.), Adriano Lemmi: gran maestro della Nuova Italia (Erasmo, 1985), “Corda Fratres”: storia di una associazione studentesca internazionale, 1898-1948 (Clueb, 1999), Cuneo, 1700-2000 (Editrice Artistica Piemontese; Medaglia d’Argento della Presidenza della Repubblica, 2001), Saluzzo, un’antica capitale (Newton & Compton, 2001), Storia di Bra dalla rivoluzione francese al Terzo Millennio (Editrice Artistica Piemontese, 2002).

Ha coordinato numerosi convegni (anche per il ministero della Difesa, pubblicandone gli atti), è condirettore editoriale di Il Parlamento Italiano, 1861-1992 (Milano, Nuova Cei, 24 voll., 1989 e ss.) e ha contribuito con numerosi saggi alla Storia d’Italia diretta per la Bompiani da Ruggiero Romano, con il quale ha scritto il manuale di storia Fatti e problemi (Fabbri).

Con Corrado Paracone e prefazione di Umberto Agnelli ha pubblicato Per una scuola che funzioni (Armando, 1991).

Recentemente ha pubblicato Storia della monarchia in Italia (Bompiani, 2002) e Giolitti: lo statista della Nuova Italia (Mondadori, 2003).

Dal 1980 è Medaglia d’Oro di benemerito della Scuola e della Cultura.

Dirige il Centro Europeo “Giovanni Giolitti” per lo studio dello Stato.
Documenti
Icona pdf Biografia di Giovanni Giolitti (file pdf 0.28 kb scaricato 26 volte)